dal 17 al 20 novembre, ad Assisi, la 81ª Assemblea generale
17 novembre
L’Assemblea straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana si è aperta lunedì 17 novembre 2025 con la relazione introduttiva del Cardinale Matteo Zuppi.
Il presidente dei vescovi ha esposto in modo ampio alcuni passaggi fondamentali del percorso della Chiesa italiana.
Nella cornice di Assisi, i vescovi dovranno affrontare vari punti all’ordine del giorno tra cui spicca senza ombra di dubbio la ricezione definitiva del Documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia.
A conclusione della quattro giorni, nella mattinata di giovedì, è prevista la presenza del Papa.
Leone XIV incontrerà i vescovi per esortarli a continuare nel loro percorso.
18 novembre
La giornata del 18 novembre inizia con la celebrazione eucaristica in Santa Maria degli Angeli presieduta dall’arcivescovo Petar Rajič, nunzio apostolico in Italia e Repubblica di San Marino.
Nella sua omelia, dopo aver portato i saluti del Papa – come “precursore”; infatti Leone XIV incontrerà i vescovi giovedì 20 -, ha sottolineato come Dio va in cerca e sente la necessità di entrare in casa dei peccatori, come accaduto con Zeccheo, nel brano evangelico appena proclamato. Il quale si trasforma da peccatore avido in volenteroso donatore dei suoi beni per i poveri.
“Lasciamoci cercare da Gesù”, per essere sempre rinnovati nell’amore verso il prossimo.
Nel tardo pomeriggio, sempre nella basilica che ospita la Porziuncola tanto amata da San Francesco, ci sarà un momento di preghiera per le vittime e i sopravvissuti degli abusi, presieduto dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis.
Nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, si è tenuta la celebrazione dei Vespri e la preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi presieduta da Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Vescovo delegato per il Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Conferenza Episcopale Umbra.
In allegato il testo della sua profonda e significativa meditazione.
19 novembre
Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha presieduto la celebrazione eucaristica di inizio giornata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Nella sua omelia si è chiesto: “A che punto è la Chiesa italiana?”
In un mondo che è convinto di poter vivere senza Cristo, qui, ad Assisi, Francesco sprona ancora al Vangelo “sine glossa”.
Il santo di Assisi non aveva peli sulla lingua e si poneva senza ipocrisia nei confronti del mondo del suo tempo.
Alla base della crisi attuale, il vescovo ritrova la crisi della famiglia, che va recuperata. La Chiesa deve incontrare di nuovo le persone, lì dove sono.
Vicini alla Porziuncola, dove sono in questo momento, i vescovi italiani sono chiamati a rinverdire le scelte, sofferte e pregnanti, di Francesco d’Assisi, su cosa fare della propria vita e di come comportarsi con i primi fratelli che a lui si erano uniti.
Nella mattinata, dopo i lavori nei gruppi di studio del giorno precedente, si sono vissuti il dibattito e la votazione delle “Linee di indirizzo e delle decisioni a conclusione del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia”. Nel pomeriggio, il presidente della CEI, Matteo Zuppi, ha avuto un momento di condivisione con la stampa. Ha dichiarato che: “La Ricezione con orientamenti e proposte pastorali del Documento sinodale passerà attraverso un ulteriore lavoro. La priorità è stata posta sulla trasmissione della fede. Il Consiglio Permanente e un gruppo di vescovi, coordinati dall’Arcivescovo di Torino cardinale Repole, avranno il compito di rendere pratico quanto deliberato senza illudere né disilludere le comunità e i singoli che hanno contribuito al lavoro di questi anni. Non è un maquillage esterno, si vuole davvero fare un passo avanti. Con molta collegialità, superando differenze e punti di vista differenti, siamo arrivati a questo punto e dovremo capire come collegialità e sinodalità possano andare avanti insieme.”
Inoltre per alcuni temi ci saranno delle commissioni per decidere come procedere. La presenza di domani di Leone XIV è un segnale forte del legame della Chiesa italiana con il Papa. Quindi, rispondendo ad alcune sollecitazioni da parte dei giornalisti presenti, ha sottolineato come la sinodalità non è un semplice evento “occasionale” o un “incidente” ma il camminare insieme, è lo stile della Chiesa, in un momento in cui la Chiesa stessa sta cambiando il proprio posto nel mondo, a partire dalla presenza in forte diminuzione dei sacerdoti. In questo si innesteranno la maturazione delle Conferenze episcopali regionali – già esistenti ma in forte crescita di responsabilità – e l’impegno delle donne. Sugli abusi, è interesse della Chiesa chiarire delle opacità, se ci sono, senza connivenze né giustizialismo. Riguardo al tema della pace, tutti sperano davvero che si possa arrivare a un accordo di pace duraturo e che l’Europa giochi la sua parte.
A seguire, presso la Basilica Inferiore, il cardinale Zuppi ha presieduto la Celebrazione dei Vespri e la Preghiera per la pace. Nella sua meditazione, ha così esordito: “ Per noi cristiani ogni guerra è fratricida e questo significa anche che è mio fratello che combatte contro un altro mio fratello. Non mi riguarda solo se mi coinvolge direttamente. Sono già coinvolto. Sono sempre miei fratelli che si combattono e si uccidono. Non possiamo dire che non ci riguarda.” Ha concluso la preghiera con un appello per la pace, a nome di tutti i vescovi italiani.
20 novembre
Infine arrivò il giorno del Papa.
Se con Francesco la presenza papale era posta al pomeriggio del lunedì, ovvero nella prima sessione dell’Assemblea episcopale, ora con Leone XIV si torna alle vecchie usanze, ovvero alla mattinata conclusiva.
Sotto una pioggia battente, Leone XIV arriva a Santa Maria degli Angeli, dopo una sosta al Sacro Convento in preghiera personale presso la Tomba di San Francesco. Prima di raggiungere i vescovi italiani, ha detto le seguenti parole: “È una benedizione poter venire qui oggi in questo luogo sacro. Siamo vicini agli 800 anni dalla morte di San Francesco, questo ci dà modo di prepararci per celebrare questo grande umile e povero Santo mentre il mondo cerca segni di speranza”.
Dopo il suo discorso con i vescovi italiani, ha promesso ai frati della Porziuncola che tornerà nel 2026 per gli 800 anni dalla morte del Poverello d’Assisi.
I vescovi della Conferenza Episcopale italiana, a conclusione dell’81.ma Assemblea generale, hanno celebrato l’Eucarestia a porte chiuse in Santa Maria degli Angeli.