Settimana Santa

Indicazioni per le Celebrazioni Liturgiche

della Settimana Santa 2020

A tutto il popolo santo di Dio

 

Carissimi,

ricordiamo fiduciosi l’ammonimento di sant’Atanasio, secondo il quale il mistero pasquale riunisce nell’unità della fede coloro che sono lontani nel corpo. Soprattutto confidiamo che il mistero pasquale è continuamente all’opera e Cristo ci raggiunge in questo tempo di angoscia e di speranza attraverso la mediazione della Chiesa con il tesoro della sua Grazia: Parola, Sacramenti, Riti liturgici e Carità operosa.

La Chiesa, dunque, deve celebrare nei riti gli eventi di salvezza, sicura dell’azione dello Spirito Santo, dell’unità dei suoi figli e dell’efficacia dei suoi gesti. Con animo concorde, fiduciosi nella potenza dell’Amore Trinitario presentiamo le modalità possibili per le celebrazioni da vivere in questa Settimana Santa del 2020.

Le indicazioni seguono tre livelli: Papa, Vescovo, Presbiteri-Comunità parrocchiali.

Innanzitutto dopo l’esperienza di preghiera ecclesiale, personale e cosmica di venerdì 27 marzo con Papa Francesco in Piazza San Pietro, guardiamo e facciamo riferimento di preghiera e di comunione alle celebrazioni del Santo Padre. Diamo di seguito il programma delle celebrazioni pontificie trasmesse in diretta da Tv2000 e dalla Rai, a cui indirizzare le nostre comunità.

 

  1. Calendario delle Celebrazioni Liturgiche della Settimana Santa presiedute dal Santo Padre Francesco.

 

Il Papa celebrerà i Riti della Settimana Santa all’Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro, secondo il seguente calendario e senza concorso di popolo:

 

5 aprile 2020domenica delle Palme e delle Passione del Signore

ore 11: Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme e Santa Messa

 

9 aprile 2020giovedì Santo

ore 18: Santa Messa nella Cena del Signore

 

10 aprile 2020venerdì Santo

ore 18: Celebrazione della Passione del Signore

ore 21: Via Crucis (sul Sagrato della Basilica di San Pietro)

 

11 aprile 2020sabato Santo

ore 21: Veglia pasquale nella notte santa

 

12 aprile 2020 domenica di Pasqua, Risurrezione del Signore

ore 11: Santa Messa del giorno

Al termine della Santa Messa il Santo Padre impartirà la Benedizione «Urbi et Orbi».

 

  1. Calendario delle Celebrazioni Liturgiche della Settimana Santa presiedute dall’Arcivescovo Pasquale Cascio.

L’Arcivescovo scrivente celebrerà i Riti della Settimana Santa nella Chiesa Cattedrale in Sant’Angelo dei Lombardi senza il popolo e per il popolo, evitando la diretta in streaming e in orari quasi sempre differenti da quelli del Papa, per favorire la preghiera corale con il Santo Padre e con tutta la Chiesa, secondo il seguente calendario:

 

5 aprile 2020 domenica delle Palme e delle Passione del Signore

ore 9.30: Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme e Santa Messa

 

9 aprile 2020giovedì Santo

ore 17: Santa Messa nella Cena del Signore

 

10 aprile 2020 venerdì Santo

ore 15: Celebrazione della Passione del Signore

 

11 aprile 2020sabato Santo

ore 21: Veglia pasquale nella notte santa

 

12 aprile 2020domenica di Pasqua, Risurrezione del Signore

ore 10: Santa Messa del giorno (l’Arcivescovo celebrerà nella chiesa parrocchiale di Senerchia)

ore 11: Santa Messa del giorno (presieduta dal parroco, don Piero Fulchini)

 

  1. Indicazioni per Presbiteri-Comunità parrocchiali.

I parroci, per quanto è possibile, celebrino i Riti nelle chiese parrocchiali, senza il popolo e per il popolo, tenendo presente le disposizioni della CEI, concordate con il Ministero dell’Interno. I parroci non abbiano l’assillo della diretta in streaming tramite social o attraverso altre tecniche di comunicazione, pur riconoscendone il valore comunicativo e di vicinanza, l’importante è celebrare. Chi si avvale di tali strumenti, curi la dignità dell’azione liturgica e dell’omelia.

Si sarà notato che gli orari delle celebrazioni da me presiedute, non coincidono in tutto con quelle di Papa Francesco; vi invito, per quanto possibile, a fare altrettanto, perché si crei un’unione nella preghiera anche attraverso questo segno dell’abbraccio paterno del Santo Padre.

Le celebrazioni si svolgano solo nelle chiese parrocchiali, affinché sia chiaro il segno della presenza della Chiesa nelle nostre comunità. I parroci con più parrocchie e con difficoltà di movimento possono scegliere quali celebrazioni vivere nelle diverse comunità, offrendo loro il calendario: l’eccezionalità del momento riporta nella persona del parroco l’unità e la continuità del Triduo, vissuto dai cristiani nella comunione spirituale.

 

Riporto un estratto della nota CEI:

“Nell’interlocuzione della Segreteria Generale con la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è rappresentata la necessità che, per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione. Su questa linea l’Autorità governativa ha ribadito l’obbligatorietà che siano rispettate le misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica”.

 

Aggiungo che questo numero massimo non deve essere superato, ma eventualmente ridotto in assenza delle figure specifiche o per la presenza di presbiteri per la concelebrazione, essi infatti rientrano nel numero totale permesso.

Queste ristrettezze siano vissute ancora come atto di responsabilità per la salute dei fratelli e come esempio di lealtà civica di fronte alla normativa eccezionale di questo tempo.

 

Nello specifico, il Decreto della CEI prevede:

 

  1. Per la Domenica delle Palme l’ingresso del Signore in Gerusalemme venga commemorato in forma semplice (terza forma del Messale Romano). Aggiungo che non si possono benedire le palme da distribuire in un secondo momento.

 

  1. Messa crismale: il Decreto dà facoltà alle Conferenze Episcopali di trasferirne la celebrazione ad altra data. Pertanto la data sarà comunicata successivamente.

 

“Va in questa direzione anche l’indicazione giunta da buona parte dei Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali, che già la scorsa settimana ipotizzava un rinvio della celebrazione a tempi migliori, così da consentire la piena partecipazione di presbiteri e laici. Sarà il Consiglio Episcopale Permanente a offrire un orientamento unitario, in sintonia con la decisione che il Santo Padre, Primate d’Italia, adotterà per la Diocesi di Roma.

Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (Cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis)”.

 

  1. Giovedì Santo: il Decreto concede in via straordinaria ai presbiteri la facoltà di celebrare la S. Messa senza concorso di popolo. Stabilisce che siano omesse la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione: il Santissimo viene riposto nel Tabernacolo. Aggiungo che non sia preparato l’altare della reposizione e che non si benedicano pani da distribuire nella comunità.

 

  1. Venerdì Santo: riprendendo l’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12) il Decreto chiede che il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. Troverete il testo previsto dalla CEI “per i Tribolati” come Allegato 1 di queste indicazioni. Aggiungo che l’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente.

 

  1. Veglia pasquale: il Decreto prescrive che sia celebrata esclusivamente nelle chiese cattedrali e parrocchiali. Rinvia i battesimi e prevede che si mantenga soltanto il rinnovo delle promesse battesimali. Aggiungo che per “l’inizio della veglia o Lucernario” si omettono l’accensione del fuoco, la preparazione del Cero (si provveda prima della celebrazione) e la processione. Si accende il Cero e si esegue l’annunzio pasquale (Exultet). Segue la Liturgia della Parola. Non si benedica l’Acqua Lustrale neanche in bottigliette da distribuire successivamente.

 

Le indicazioni del Decreto sono estese a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose.

 

Le espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale sono abolite, un eventuale recupero in altro tempo dell’anno va concordato in seguito con l’Ordinario.

Per quanto riguarda il Sacramento della Riconciliazione, la Nota aggiunge:

 

“Si ricorda che in caso di estrema necessità l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di ricevere il sacramento della Penitenza, da se stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l’impossibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi. (cfr. Concilio di Trento, Sess. XIV, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, 4 [DH 1677]; Congregazione per la Dottrina delle Fede, Nota del 25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451-1452)”.

 

Raccomando, però, che in tempi sereni si ritorni a spiegare il significato di questa Nota con opportune catechesi sul Sacramento della Riconciliazione.

 

Viviamo intensamente questi giorni santi della nostra salvezza nel servizio fraterno, che trova nella liturgia un momento centrale a cui tutti partecipano in forza del Battesimo e del sacerdozio comune, ma con un impegno straordinario e proprio dei Ministri ordinati, che sentono nella loro persona l’azione di Cristo e la comunione di tutte le membra del corpo ecclesiale.

Benedico di cuore e con speranza il popolo a me affidato.

Santa Pasqua.

 

Sant’Angelo dei Lombardi, 31 marzo 2020

 

+ Pasquale Cascio

Arcivescovo