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Giubileo regionale dell’ammalato

Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia
Ufficio per la pastorale della salute
 
Giubileo regionale degli ammalati. Pompei 16 aprile 2016
 
Programma: ORE 8:00               Partenza dal Terminal Bus di Lioni ORE 9:30               Arrivo a Pompei e accoglienza in piazzale San Giovanni XXIII         – momento animato dalla Corale polifonica della chiesa di                                Santa Chiara ORE 11:00             Sala Trapani:                                – Saluto dell’Arcivescovo Mons. Francesco Alfano;                               – “La Misericordia fa fiorire la vita”         Catechesi guidata da Don Andrea Manto,          Direttore per la Pastorale della Salute presso il Vicariatus Urbis ORE 11:45           Testimonianze dal “mondo della salute” ORE 13:00            Pranzo a sacco ORE 15:00           Pellegrinaggio verso la Porta Santa                              Passaggio e sistemazione nel Santuario ORE 16:00           Celebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe ORE 17:30           Rientro in Diocesi
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L’insegnamento della religione cattolica nella buona scuola

Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia
Ufficio Scuola Diocesano-Pastorale Scolastica
 
“L’insegnamento della religione cattolica nella buona scuola”
 
Corso di formazione e di aggiornamento per i docenti di religione Cattolica e di altre discipline, per i genitori e per educatori
 
Sabato, 12 marzo 2016 – ore 16.00/18.00 “Il ruolo della scuola nel contesto storico attuale: spunti dal Convegno Ecclesiale di Firenze”
 
Domenica, 3 aprile 2016 – ore 16.00/18.00 “La Legge 107/2015 e l’IRC”
 
Sabato, 23 aprile 2016 – ore 169.00/18.00 “La buona scuola, la formazione dell’umano e il contributo dell’IRC”
 
 
 

Docenti: prof.ssa CRISTINA CARNEVALE – IdR, esperta in scienze dell’educazione e pedagogia religiosa, vice-direttrice della rivista LDC “L’ora di religione” e prof. SERGIO CICATELLI, incaricato CEI per i rapporti con il MIUR
Sede degli incontri: “Centro di comunità” – Piazza Nobile -Sant’Angelo dei Lombardi (Av)
 
 
 
Per informazioni: 0827/23039 (U.S.D.) – 339/1391262 (Tenore) e 338/2683284 (Famiglietti)  

 email:essenziale01@libero.it
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Pellegrinaggio Diocesano 23-25 aprile 2016_Assisi

Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia
Pellegrinaggio diocesano
Cascia-Foligno-Assisi-Santa Maria degli Angeli-  Perugia- San Gabriele – Lanciano
Da Sabato 23 Aprile a Lunedì 25 Aprile 2016
PROGRAMMA
 
23 APRILE (Sabato): SEDE-CASCIA-FOLIGNO-ASSISI
Riunione dei partecipanti presso stazione AIR Sant’Angelo dei Lombardi alle ore 05,00. Sistemazione in Bus G.T., partenza con soste di ristoro lungo il percorso autostradale. Arrivo a Cascia alle ore 11:00 circa. Visita del Santuario di Santa Rita e tempo a disposizione per assistere alla Santa Messa. Alle ore 13:30 pranzo in ristorante. Alle ore 15:00 proseguimento per Foligno e visita della città. Alle ore 19:00 sistemazione in hotel (4 stelle) ad Assisi o zone vicine, cena e pernottamento
 
24 APRILE (Domenica): ASSISI-PERUGIA
Pensione completa in hotel. Mattina visita libera alla città di Assisi.
Santa Messa ore 11:00 presso la Basilica inferiore di San Francesco. Pomeriggio escursione/visita guidata alla città di Perugia. Rientro in hotel, cena, ore 21:30 recital al teatro Metastasio su Santa Chiara o San Francesco.
 
25 APRILE (Lunedi) ASSISI-SANTA MARIA DEGLI ANGELI-SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA-LANCIANO-SEDE
Prima colazione in hotel, visita a Santa Maria degli Angeli e Santa Messa.  Partenza per San Gabriele dell’Addolorata (Isola del Gran Sasso), pranzo in ristorante.
Pomeriggio partenza per Lanciano. In serata rientro in sede (soste lungo il percorso autostradale).
 
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE € 310,00
QUOTA INDIVIDUALE BAMBINI (3/12 Anni)   € 280,00
(si chiede acconto di € 100,00 alla prenotazione)
La quota comprende: Viaggio intero percorso in Bus G.T., sistemazione in hotel 4 stelle in camere doppie con servizi privati, trattamento di pensione completa dal pranzo del 1° al pranzo del 3° giorno, bevande ai pasti (in misura di 1/4 di vino e 1/2 l minerale p.p./pasto), servizio guida a Perugia, pedaggi autostradali, parcheggi, IVA., Biglietto per lo spettacolo ad Assisi.
 
La quota non comprende: Mance, facchinaggi, ingressi, extra in genere.
Supplementi: Camera singola € 60,00.
Riduzioni: Bambini 3-12 anni in 3-4° letto sconto 10%.
Documenti: Carta d’identità valida.
L’Assegnazione del posto avverrà in ordine di prenotazione
 
     Rivolgersi a : Don Rino Morra 338.1494720 o al Sig. Gerardo Cetta 348.1478977
 
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Assemblea Diocesana Intermedia

AI PARROCI, AI DIACONI
AI RELIGIOSI, ALLE RELIGIOSE,
AL CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO,
AI DELEGATI PARROCCHIALI,
ALLA EQUIPE BATTESIMALE DIOCESANA
E ALLE EQUIPE PARROCCHIALI
LORO SEDI
 
 
 
Carissimi/e,
l’atmosfera gioiosa e coinvolgente delle attività diocesane e parrocchiali vissute nell’ambito dell’Anno Straordinario della Misericordia, fa da sfondo al cammino pastorale della nostra Chiesa irpina. Infatti le aperture delle otto Porte Sante e le rispettive catechesi pensate dagli Uffici di Curia, costituiscono occasioni di incontro, di riflessione e di preghiera.
Tutto ciò non produrrebbe frutto se dimenticassimo il percorso vissuto in sintonia con la Chiesa italiana. Infatti tra le tante tappe e i passi effettuati sono da tener presente la conclusione del Sinodo sulla Famiglia e il Convegno di Firenze.
A tal proposito è utile ricordare che il nostro cammino diocesano è strettamente connesso a questi due eventi, in quanto il sacramento del Battesimo e la riscoperta dell’Uomo Nuovo ci tengono impegnati come terzo e ultimo anno.
Pertanto ci incontriamo sabato 27 febbraio 2016, presso l’Ex Seminario di Sant’Andrea di Conza, per vivere l’Assemblea Diocesana Intermedia, come già risulta dalla Programmazione Pastorale, dal tema: “L’Uomo nuovo nella Famiglia riconciliata”.
 
L’incontro sarà così articolato:
           Ore    9.00: Accoglienza
           Ore    9.30: Celebrazione delle Lodi
           Ore 10.00: Relazione a cura della Prof.ssa Pina De Simone
           Ore 11.00: Pausa
           Ore 11.30: Dialogo in assemblea
           Ore 12.30: Conclusioni dell’Arcivescovo
           Ore 13.00: Fine dei lavori.
La gioia del cammino condiviso, la gratitudine a Dio per la ricchezza dei suoi doni e la bellezza dello stare insieme siano da stimolo alla partecipazione numerosa e consapevole.
In attesa di incontrarci saluto tutti/e cordialmente.
 
Sant’Angelo dei Lombardi, lì 20 gennaio 2016
 
+ Pasquale Cascio
       Arcivescovo
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Messaggio del Santo Padre Francesco per la 50ª Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali

Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo

Cari fratelli e sorelle,
l’Anno Santo della Misericordia ci invita a riflettere sul rapporto tra la
comunicazione e la misericordia. In effetti la Chiesa, unita a Cristo, incarnazione
vivente di Dio Misericordioso, è chiamata a vivere la misericordia quale tratto
distintivo di tutto il suo essere e il suo agire. Ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni
parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il
perdono di Dio per tutti. L’amore, per sua natura, è comunicazione, conduce ad
aprirsi e a non isolarsi. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla carità,
dall’amore divino, la nostra comunicazione sarà portatrice della forza di Dio.
Siamo chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione. In
particolare, è proprio del linguaggio e delle azioni della Chiesa trasmettere
misericordia, così da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la
pienezza della vita, che Gesù Cristo, inviato dal Padre, è venuto a portare a tutti. Si
tratta di accogliere in noi e di diffondere intorno a noi il calore della Chiesa Madre,
affinché Gesù sia conosciuto e amato; quel calore che dà sostanza alle parole della
fede e che accende nella predicazione e nella testimonianza la “scintilla” che le rende
vive.
La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e
l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a
scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria
ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le
famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello
digitale. Pertanto, parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi
delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le
nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. La parola del cristiano,
invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con
fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione.
Vorrei, dunque, invitare tutte le persone di buona volontà a riscoprire il potere
della misericordia di sanare le relazioni lacerate e di riportare la pace e l’armonia tra
le famiglie e nelle comunità. Tutti sappiamo in che modo vecchie ferite e risentimenti
trascinati possono intrappolare le persone e impedire loro di comunicare e di
riconciliarsi. E questo vale anche per i rapporti tra i popoli. In tutti questi casi la
misericordia è capace di attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare, come ha
così eloquentemente espresso Shakespeare: «La misericordia non è un obbligo.
Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. È una doppia
benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve» (Il mercante di Venezia, Atto IV,
Scena I).
E’ auspicabile che anche il linguaggio della politica e della diplomazia si lasci
ispirare dalla misericordia, che nulla dà mai per perduto. Faccio appello soprattutto a
quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche e nel formare l’opinione pubblica,
affinché siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o
agisce diversamente, e anche di chi può avere sbagliato. È facile cedere alla
tentazione di sfruttare simili situazioni e alimentare così le fiamme della sfiducia,
della paura, dell’odio. Ci vuole invece coraggio per orientare le persone verso
processi di riconciliazione, ed è proprio tale audacia positiva e creativa che offre vere
soluzioni ad antichi conflitti e l’opportunità di realizzare una pace duratura. «Beati i
misericordiosi, perché troveranno misericordia […] Beati gli operatori di pace, perché
saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,7.9).
Come vorrei che il nostro modo di comunicare, e anche il nostro servizio di
pastori nella Chiesa, non esprimessero mai l’orgoglio superbo del trionfo su un
nemico, né umiliassero coloro che la mentalità del mondo considera perdenti e da
scartare! La misericordia può aiutare a mitigare le avversità della vita e offrire calore
a quanti hanno conosciuto solo la freddezza del giudizio. Lo stile della nostra
comunicazione sia tale da superare la logica che separa nettamente i peccatori dai
giusti. Noi possiamo e dobbiamo giudicare situazioni di peccato – violenza,
corruzione, sfruttamento, ecc. – ma non possiamo giudicare le persone, perché solo
Dio può leggere in profondità nel loro cuore. È nostro compito ammonire chi sbaglia,
denunciando la cattiveria e l’ingiustizia di certi comportamenti, al fine di liberare le
vittime e sollevare chi è caduto. Il Vangelo di Giovanni ci ricorda che «la verità vi
farà liberi» (Gv 8,32). Questa verità è, in definitiva, Cristo stesso, la cui mite
misericordia è la misura della nostra maniera di annunciare la verità e di condannare
l’ingiustizia. È nostro precipuo compito affermare la verità con amore (cfr Ef 4,15).
Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia
toccano i cuori di noi peccatori. Parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di
alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà,
rafforzando il loro senso di diniego e di difesa.
Alcuni pensano che una visione della società radicata nella misericordia sia
ingiustificatamente idealistica o eccessivamente indulgente. Ma proviamo a ripensare
alle nostre prime esperienze di relazione in seno alla famiglia. I genitori ci hanno
amato e apprezzato per quello che siamo più che per le nostre capacità e i nostri
successi. I genitori naturalmente vogliono il meglio per i propri figli, ma il loro amore
non è mai condizionato dal raggiungimento degli obiettivi. La casa paterna è il luogo
dove sei sempre accolto (cfr Lc 15,11-32). Vorrei incoraggiare tutti a pensare alla
società umana non come ad uno spazio in cui degli estranei competono e cercano di
prevalere, ma piuttosto come una casa o una famiglia dove la porta è sempre aperta e
si cerca di accogliersi a vicenda.
Per questo è fondamentale ascoltare. Comunicare significa condividere, e la
condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza. Ascoltare è molto più che udire.
L’udire riguarda l’ambito dell’informazione; ascoltare, invece, rimanda a quello della
comunicazione, e richiede la vicinanza. L’ascolto ci consente di assumere
l’atteggiamento giusto, uscendo dalla tranquilla condizione di spettatori, di utenti, di
consumatori. Ascoltare significa anche essere capaci di condividere domande e
dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi
presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacità e i propri doni al
servizio del bene comune.
Ascoltare non è mai facile. A volte è più comodo fingersi sordi. Ascoltare
significa prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore,
rispettare, custodire la parola altrui. Nell’ascolto si consuma una sorta di martirio, un
sacrificio di sé stessi in cui si rinnova il gesto sacro compiuto da Mosè davanti al
roveto ardente: togliersi i sandali sulla “terra santa” dell’incontro con l’altro che mi
parla (cfr Es 3,5). Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna
invocare per poi esercitarsi a praticarlo.
Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione
pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è
autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua
disposizione. Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il
bene della società ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e
divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di
incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un
linciaggio morale. Prego che l’Anno Giubilare vissuto nella misericordia «ci renda
più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di
chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione»
(Misericordiae Vultus, 23). Anche in rete si costruisce una vera cittadinanza.
L’accesso alle reti digitali comporta una responsabilità per l’altro, che non vediamo
ma è reale, ha la sua dignità che va rispettata. La rete può essere ben utilizzata per far
crescere una società sana e aperta alla condivisione.
La comunicazione, i suoi luoghi e i suoi strumenti hanno comportato un
ampliamento di orizzonti per tante persone. Questo è un dono di Dio, ed è anche una
grande responsabilità. Mi piace definire questo potere della comunicazione come
“prossimità”. L’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella
misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce,
accompagna e fa festa. In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare
con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli
di Dio e fratelli in umanità.

Dal Vaticano, 24 gennaio 2016
FRANCESCO

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