Archivi della categoria: in Evidenza

Quella ferita di quarant’anni fa

di S.E. Mons. Pasquale Cascio

Quella ferita di quarant’anni fa
Nel quarantennale del sisma del 23 novembre 1980, si accende in modo particolare la memoria collettiva, che è, in questo caso, più del solito, la memoria del popolo che ha continuato ad abitare con coraggio questi territori. La Chiesa è il popolo di Dio, per cui fa memoria con la sua gente, sicura che questa memoria è abitata dal Signore risorto. Il ricordo innanzitutto riaccende i sentimenti, mai spenti sotto la brace della storia che continua; si rivive il dolore per quanti persero la vita in quel tragico evento, si associa la paura alle paure, susseguenti negli anni, fino a quella che stiamo vivendo in questa emergenza del Covid-19.
La memoria del sisma è ormai storia, non si può affrontare con la polemica della cronaca, bisogna mettersi alla scuola della storia, magistra vitae. Cosa possiamo imparare? Suggerisco alcuni spunti per “unità didattiche” da sviluppare. Innanzitutto la storia ci insegna l’imprevedibilità delle forze della natura e delle malattie, noi possiamo affrontare, controllare, risolvere ma non prevedere in maniera certa il come, il quando, il dove. Perciò la società civile e la comunità ecclesiale devono essere pronte con energie, progetti e fondi economici di riserva: il 23 novembre segnò la nascita della Protezione Civile e riconfigurò la stessa struttura di Caritas italiana. Poi insegna la solidarietà nel momento della prova e nei tentativi di rinascita: questo è stato sperimentato a tutti i livelli e in tutte le direzioni durante il sisma e negli anni seguenti. Infine è necessario un coordinamento tra lo Stato centrale e i territori: lo Stato ci ha aiutato tanto, ma ognuno ha preso senza confrontarsi e senza progettare insieme una società in continuità con la sua storia, che non fosse abbagliata dalla profusione di denaro e di fondi pubblici.
I quarant’anni ci allontanano dall’evento e tante scelte ecclesiali, civili e politiche sono state fatte in questi anni; ci sentivamo minacciati dalla desertificazione, ora nell’isolamento forzato immaginiamo come progettare questi luoghi in oasi abitative, accoglienti per chi è già residente e desiderabili da chi vorrebbe ritornare o iniziare una nuova esperienza sociale.
La Chiesa è impegnata in prima linea non solo per accompagnare, ma anche per coinvolgersi, a partire dalle sue strutture, dai cristiani impegnati in politica, nelle amministrazioni e nell’imprenditoria, dando il suo apporto più specifico di cultura storicamente trasmessa, di speranza connaturale al suo essere e di solidarietà e carità, come unica legge che la contraddistingue.
La Chiesa semina speranza per sua natura in quanto testimone del Risorto. Seguendo l’immagine di Peguy, come la speranza porta per mano la fede e la carità, così è necessario, in questa realtà aggredita, camminare uniti, mano nella mano: essa non muore finché c’è una mano amica. La Chiesa deve offrire non solo gesti di speranza, ma presentarsi sul territorio come la comunità della speranza, capace sempre di infonderla, non per virtù propria ma per l’energia e la ricchezza del suo Capo: Gesù Cristo.
Sant’Angelo dei Lombardi, 23 novembre 2020
+ Pasquale Cascio
Arcivescovo

Carissimi Confratelli, vi comunico quanto segue:

nota dell'Arcivescovo

Carissimi Confratelli,

vi comunico quanto segue: l’ultimo decreto governativo che porta la Campania nella zona rossa ha dei risvolti di restrizione nella vita sociale e civile. In questo provvedimento le celebrazioni liturgiche non sono chiamate direttamente in causa, ma, considerate le restrizioni negli spostamenti all’interno del Comune, il fedele, su richiesta dell’ Autorità di Ordine Pubblico, deve presentare autocertificazione per lo spostamento dall’ abitazione al luogo di culto. Sicuramente questa norma creerà un certo disagio, pertanto siamo chiamati a collaborare, anche in questo modo, alla lotta contro la diffusione del virus ( vi allego un modulo da poter far usare ai fedeli )…
In questa nuova condizione anche le celebrazioni esequiali, pur rimanendo invariate, subiranno in qualche modo un restringimento nella partecipazione dei fedeli. In caso di morte accertata per covid non si possono celebrare i funerali in Chiesa. È possibile la benedizione della tomba a tumulazione avvenuta con la presenza dei soli familiari…
Infine si comprende come è difficile qualsiasi programmazione di catechesi in presenza. Nell’eventuale partecipazione dei ragazzi alla messa domenicale, l’omelia tenga conto del risvolto formativo; chi può crei dei contatti mediatici per tenere vivo il rapporto dei ragazzi, giovani e famiglie con la Comunità Parrocchiale. Sul sito diocesano dell’Ufficio Catechistico si può trovare del materiale per i Catechisti.
Raccomando di essere scrupolosi nell’osservanza delle norme!

Cooperiamo fattivamente e con il buon esempio in questa lotta per la salute e il bene dei nostri fratelli.

Il Signore vi benedica! + Pasquale, arcivescovo


Lettera agli Amministratori

Il ramo di mandorlo

Il ramo di mandorlo

Lettera agli Amministratori

 

 

«Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Cosa vedi, Geremia?”. Risposi: “Vedo un ramo di mandorlo”. Il Signore soggiunse: “Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla”» (Ger 1,11-12). Il testo biblico presenta qui «un gioco intraducibile di parole tra mandorlo, shaqed, e io vigilo, shoqed. L’immagine del mandorlo, che attende la primavera per essere il primo a fiorire, evoca qui il “vigilante”, il Dio che sempre veglia per realizzare la sua parola» (Bibbia di Gerusalemme), una Parola che crea e ricrea l’universo, generatrice, perciò, di speranza per l’uomo.

Come vescovi, posti dal Signore a vegliare (episkopoi) su Chiese collocate in zone tra le più fragili del Paese, vogliamo camminare insieme, nell’ascolto di questa Parola che salva, sulle vie tracciate da Lui. In forza del nostro compito, lo scorso anno facemmo presente (cf. lettera Mezzanotte del Mezzogiorno?) che la crisi delle aree interne – del Nord come del Sud – e il loro progressivo spopolamento è divenuta un’emergenza per il Paese: molte comunità, dalle Alpi fino alle isole, sono ormai a rischio d’estinzione anche a causa di politiche contraddittorie e miopi strategie di sviluppo. In quel nostro intervento dicemmo di non volerci rassegnare allo stato di fatto, come se la ricerca di possibili soluzioni dovesse ridursi a una sorta di accanimento terapeutico, esortando invece ad agire non in modo disorganico o scomposto, ma con una progettualità profetica.

Poiché il Signore vigila sulla sua Parola per realizzarla, vogliamo ora avanzare nel cammino, nella convinzione che esso possa coinvolgere anche Confratelli di altre diocesi nelle quali si manifestano problematiche identiche e che – giorno dopo giorno – si trovano a fare i conti con l’affannosa rincorsa a un riequilibrio territoriale, economico e sociale. Rincorsa spesso frustrata dall’incapacità di sintonizzarsi sugli stessi comuni propositi, il che finisce per rendere sterile ogni buona intenzione, anche quella ispirata dai migliori intendimenti. Perché solo camminando insieme potremo conseguire obiettivi degni dell’uomo, realizzare – per dirla con il linguaggio del profeta – la Parola del Signore.

Crediamo sia giunto infatti il momento di sperimentare alleanze significative per invertire l’attuale tendenza, che altrimenti condannerebbe molti a una sorta di lenta, inesorabile agonia. Ciò significa anche una più sistematica attenzione ai temi dei territori e alla problematicità che ne caratterizza i processi di crescita, oltre che un impegno concreto per favorire il dialogo istituzionale e con quanti hanno sinceramente a cuore le sorti dell’Italia,  tanto più in questa difficile fase di pandemia, in cui siamo tutti alle prese con una crisi senza precedenti.

L’esperienza del Forum degli amministratori campani – avviata lo scorso anno presso il “Centro La Pace” a Benevento e che vogliamo rendere permanente – potrebbe forse rappresentare quel ramo di mandorlo che segnala il desiderio di primavera, anzi un modo del tutto speciale per favorirne l’esplosione. Come nella natura, anche nella vita della società certe stagioni hanno bisogno di processi che le introducano, di una vigilia attenta e premurosa per produrre effetti concreti e salutari. Servono allora un forte spirito di collaborazione e una ferma convinzione, perché decolli un progetto condiviso a vantaggio delle aree più deboli, le quali, nonostante la fatica a crescere e svilupparsi, restano un’assoluta risorsa per l’intero Paese.

Crediamo che si possa trovare un “campo comune” in cui sperimentare in concreto la nostra stessa ansia pastorale e di promozione umana, nella prospettiva di costruire ponti in questa complessa fase della storia nazionale, per servire con passione e maggiore competenza i nostri territori e le nostre comunità.

Come vescovi della Metropolia beneventana siamo stati dal Capo dello Stato per discutere su questi temi, e abbiamo incontrato e invitato al prossimo Forum (Progetto e competenza motori per una velocità sostenibile) il presidente del Consiglio Conte, il quale ha assicurato la sua presenza e ha manifestato la sua disponibilità a concluderne i lavori. L’evento, inizialmente programmato per fine novembre, a causa delle restrizioni causate dalla pandemia si potrà tenere non prima della prossima primavera, ma sarà introdotto da una serie di tappe, con modalità online, nelle quali giovani amministratori locali avranno l’opportunità di confrontarsi con esperti e tecnici dell’amministrazione dello Stato e delle Regioni, oltre a condividere le buone prassi già attivate in numerose realtà. Anche con il sostegno di strumenti messi a disposizione dai ministeri competenti, sulla piattaforma digitale dedicata al Forum si affronteranno questioni concrete (con applicazioni realistiche in materia di progetti e di utilizzo fecondo di finanziamenti europei, statali e regionali), atte a favorire uno sviluppo armonico ed equilibrato, in grado di produrre nuova occupazione, evitare l’esodo massiccio dei giovani e ridare attrattiva ai territori, affinché mettano a reddito le loro preziose tradizioni e un’invidiabile qualità della vita.

Cercheremo, in sostanza, di operare una full immersion nei meccanismi propri di una programmazione coerente con le vocazioni territoriali. In particolare, utilizzando la modalità a distanza, già entro novembre intendiamo promuovere, con sindaci e consiglieri, un confronto sulle varie realtà locali e le emergenze che le attanagliano. Questa analisi, con il supporto di esperti e alla luce delle ulteriori e inedite questioni poste dal progredire dell’infezione virale, consentirà d’individuare alcune piste di azione già in questa fase di avvicinamento al Forum, rendendolo così ancor più costruttivo. Si cercherà anche di avviare, grazie alle disponibilità raccolte, nuove esperienze di unità territoriali capaci di introdurre percorsi e strategie convergenti.

A entrare nella rete di amministratori e nel progetto Forum, sono invitati in particolare giovani amministratori provenienti da province che condividono la stessa fatica a crescere e a svilupparsi. Questa esperienza, da vivere nello spirito di adesione pratica ai valori evangelici, potrebbe infatti costituire un’importante occasione per aggregare realtà del Paese in cui forse la crisi strutturale non è mai stata affrontata con la dovuta decisione da parte delle istituzioni, e che deve attirare sempre più l’interesse della comunità ecclesiale.

Vogliamo sperare – ne siamo anzi sicuri – che questa iniziativa costituirà per le nostre terre l’avvio di un processo virtuoso, che consentirà di creare, nel coagulo e nella sinergia di esperienze diverse, il clima adatto perché il ramo di mandorlo visto dal Profeta possa fiorire e produrre frutto.

 

Felice Accrocca

arcivescovo metropolita di Benevento

Arturo Aiello

vescovo di Avellino

Domenico Battaglia

vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti

Pasquale Cascio

arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

Sergio Melillo

vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia

Riccardo Guariglia

abate di Montevergine


Dedicazione della Chiesa Cattedrale e inizio del nuovo Anno pastorale

+ Pasquale Cascio, Arcivescovo

Dedicazione della Chiesa Cattedrale e inizio del nuovo Anno pastorale
A tutta la comunità diocesana
Carissimi,
viviamo nella fede questi tempi difficili, continuando a fare esperienza di Chiesa che cammina nella storia, sicura della presenza del suo Signore, per annunciare al mondo l’amore salvifico di Dio.
Il 20 novembre è, per la nostra Chiesa, giorno solenne della Dedicazione della Cattedrale, in cui come popolo riscopriamo la nostra consacrazione profetica, sacerdotale e regale. Questa data segna anche l’inizio dell’Anno pastorale: tutto questo permane in una nuova situazione.
Celebrerò l’Eucaristia nella Chiesa Cattedrale nel giorno della sua Dedicazione e invito tutti i parroci, come è prescritto, a celebrare l’Eucaristia della Dedicazione nella propria comunità: realizzeremo così il mistero di comunione, a distanza, ma reale, vero e fruttuoso per la potenza del Mistero Eucaristico. Ci riconosceremo come popolo in cammino nella piena comunione ecclesiale e nella fraterna solidarietà con le ansie, i dolori e le attese del mondo. L’Eucaristia è la fonte della nostra speranza e il sostegno delle nostre fragilità.
Diamo inizio al nuovo Anno pastorale da costruire passo dopo passo, non solo perché condizionati dalla pandemia, ma per farci carico delle effettive necessità dei nostri fratelli e delle nostre comunità. Siamo nel secondo anno del Piano pastorale, dedicato al sacramento dell’Eucaristia; rimaniamo fermi sulla domanda del primo anno: com’è l’Eucaristia?, tenendo in considerazione la presentazione del Nuovo Messale e aiutandoci, come presbiterio e come comunità, ad entrare in una ritualità celebrativa viva, nuova e coinvolgente.
Infatti, a partire dalla prima domenica di Avvento (29 novembre 2020), la nostra diocesi, come la maggior parte delle Chiese italiane, inizierà ad usare il Nuovo Messale. Per quanto possibile e con gli strumenti idonei, si istruisca la comunità non solo sulle variazioni rituali, ma sul significato e sugli orizzonti, che si aprono per la spiritualità liturgica e per la vita cristiana. In particolare ricordo che le due mutazioni all’interno della preghiera del Padre nostro sono da osservare sempre, sia nella Celebrazione Eucaristica sia in ogni altro momento di preghiera comunitaria e personale. Le restrizioni del tempo presente ci consentono di celebrare l’Eucaristia con il nostro popolo, è un grande dono da valorizzare, da vivere in pienezza e da conservare anche con comportamenti esemplari nelle difficoltà della pandemia.
La domanda com’è l’Eucaristia? ci stimoli anche a chiederci: come noi celebriamo l’Eucaristia e quali potenzialità celebrative non viviamo ancora per entrare sempre più nella pienezza del Mistero? Questa domanda rientra tra le tante da porsi come Chiesa: essa legge, nella fede e nella sapienza evangelica, il tempo che le è dato da vivere.
In fraterna comunione nello Spirito del Risorto, prego per tutti, in particolare gli ammalati e quanti sono chiamati a curarli in maniera diretta, ed imploro su tutta la comunità diocesana la confortatrice benedizione di Dio.
Sant’Angelo dei Lombardi, 18 novembre 2020,
Dedicazione delle basiliche dei SS. Apostoli Pietro e Paolo
+ Pasquale Cascio
Arcivescovo

Lettera agli studenti universitari_C.E.I.

Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università

Lettera agli studenti universitari

Carissimi e carissime,
il nuovo Anno Accademico prende avvio, in questi giorni, in circostanze
didattiche, sanitarie e sociali ancora assai particolari. Forse alcuni di noi o le nostre
famiglie siamo stati toccati in prima persona dalle difficili conseguenze della
pandemia; altri ne hanno subito gli effetti indiretti; tutti ne siamo stati in qualche modo
coinvolti: come studenti, come cittadini, come cristiani. Tutto ciò interessa anche il
vostro essere universitari. La missione dell’Università, infatti, ha certamente molto da
dire alla società in cui viviamo e a ciascuno di noi, proprio in queste circostanze. Lo
suggerisce anche il primo anniversario della canonizzazione di John Henry Newman
(1801-1890), celebrata a Roma da papa Francesco lo scorso 13 ottobre 2019, perché
Newman fu intellettuale, santo, ma anche uomo profondamente radicato nell’ambiente
universitario. È guardando insieme alla realtà attuale e alla testimonianza del santo
cardinale inglese che vi scriviamo questa lettera affinché ci sentiate vicini nella vostra
vita universitaria.
Pur consapevole dell’importanza della specializzazione, Newman sottolineò
spesso che il fine dell’Università era – ed è – formare persone colte, capaci di farsi
carico dei problemi di tutto l’uomo, in grado di mantenere una profonda visione di
insieme che consentisse ad ogni studioso di comprendere il valore della propria
disciplina all’interno dell’unità del sapere. Le circostanze attuali, indotte dalla
pandemia, ci hanno persuaso una volta di più che le soluzioni alle grandi emergenze
sociali, ma anche umane e scientifiche, non si ottengono solo mediante conoscenze di
ordine pragmatico, ma fanno appello anche ad una serie di virtù che si fondano in una
dimensione sapienziale trasmessaci da tanti autori, sia umanisti che uomini e donne di
scienza. La solidarietà, l’amore alla verità, il sapere come servizio, la condivisione dei
risultati scientifici, la prudenza, la capacità di perseverare nella ricerca del vero e del
bene – solo per fare alcuni esempi – sono virtù e atteggiamenti propri di chi si forma
con serietà nello studio e nella ricerca, e dunque appartengono a una vera esperienza
universitaria.
John Henry Newman, e con lui molti altri pensatori, ci ricordano che l’Università
possiede una insostituibile dimensione comunitaria: è comunità di studio e di vita, non
solo luogo di apprendimenti strumentali. Sta anche a noi far sì che le attuali
circostanze della didattica on line, ben affrontate, non indeboliscano questa
dimensione, ma ne rivelino aspetti inediti. Esse, infatti, ci danno la possibilità di
raggiungere colleghi e docenti spazialmente lontani, di avviare metodologie
innovative, di accedere a risorse più ricche. Impiegarle per la verità e per il bene vuol
dire anche saper mantenere vivo lo stimolo per la profondità senza cedere alla
tentazione di essere approssimativi; vuol dire aiutare chi resta indietro; vuol dire saper
condividere il pane della scienza con gli altri e saper fare rete.
Infine, Newman vedeva nell’Università un luogo super partes, ove i problemi
della società si potessero dibattere con libertà e franchezza, senza condizionamenti di
sorta, guidati soltanto dalla ricerca della verità e del bene comune. Per questo egli amò
con tutte le sue forze la coscienza, convinto che ogni essere umano fosse in grado di
leggere in essa una legge morale capace di spingere a compiere il bene ed evitare il
male. Come Agostino di Ippona prima di lui, anche Newman invitava ad ascoltare
nella coscienza la lezione più importante, quella impartita dal Maestro interiore. Ciò
può divenire a volte oneroso, come nel suo caso, perché giunse a costargli la fama, la
cattedra e l’onore. Ma egli non dubitò che seguire la propria coscienza nella ricerca
della verità valesse più di tutto questo.
Auguriamo a tutti voi che iniziate il nuovo Anno Accademico di poterlo vivere
come un’esperienza di servizio e di comunione, certi che lo sforzo quotidiano profuso
nella formazione e nell’apprendimento si tradurrà ben presto in responsabilità
all’interno del tessuto sociale, scientifico, culturale. C’è bisogno, infatti, di un deciso
scatto in avanti, nel nostro Paese, affinché crescano la preparazione culturale e la
formazione umana e, con esse, la collaborazione di tutti nel promuovere il bene
comune. Come ricorda papa Francesco, «un Paese cresce quando dialogano in modo
costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura
universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura
economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media» (Fratelli tutti, n. 199).
Quanti condividiamo la fede cristiana sappiamo bene che «la verità non è un’idea
astratta, ma è Gesù, il Verbo di Dio in cui è la Vita che è la Luce degli uomini»
(Francesco, Veritatis gaudium, n. 1). E sappiamo che lo studio profondo della natura,
della storia e della vita, può e deve contribuire ad una sintesi più profonda tra fede e
ragione, diventando anche solidarietà con tutti e carità che trasforma il mondo. È
questo il nostro augurio per voi, nel vostro cammino presente e in quello futuro.

I Vescovi della Commissione

Roma, 13 ottobre 2020


COMUNICATO STAMPA I Vescovi della Metropolia beneventana incontrano il Presidente Conte

Roma, Palazzo Chigi, 13 ottobre 2020

Comunicato stampa

I Vescovi della Metropolia beneventana

incontrano il Presidente Conte

Roma, Palazzo Chigi, 13 ottobre 2020

 

Una nuova tappa del cammino unitario dei vescovi della Metropolia di Benevento a favore delle fasce deboli e dei territori più emarginati.

I temi più complessivi legati alla emarginazione, allo spopolamento e ai programmi di rilancio sociale ed economico a vantaggio delle aree interne della Campania saranno ancora al centro dell’incontro che i vescovi* terranno a Palazzo Chigi, alle 11 di martedì 13 ottobre prossimo, con il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, con l’obiettivo di attuare maggiori sinergie istituzionali per una crescita comune e una diversa percezione della coesione territoriale.

Lo stesso presidente Conte sarà invitato al secondo Forum degli Amministratori Campani, che avrà luogo a Benevento entro la fine dell’anno e che rappresenterà una esperienza formativa e laboratoriale con applicazioni concrete in materia di progetti e di utilizzo fecondo di finanziamenti europei, statali e regionali. Al Forum saranno invitati giovani Amministratori provenienti da tutte le province, anche appartenenti ad altri territori (massimo 90 presenze), che si confronteranno con esperti e tecnici dell’amministrazione dello Stato e delle Regioni, oltre a condividere le buone prassi attivate in numerose realtà.

I vescovi della Metropolia beneventana, con tali iniziative, intendono perseguire una “pastorale dei ponti” nei contesti dove maggiormente si lavora alla promozione umana e sociale, cercando di garantire testimonianze coerenti e un inserimento competente, oltre che evangelico, nel sistema di crescita del Paese e dei territori.

Il 13 maggio 2019 avevano sottoscritto un documento dal titolo: Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori, nel quale mettevano a fuoco il persistente e grave ritardo nello sviluppo delle cosiddette “aree interne”. Rifiutando di aderire alla rassegnazione, come se i giochi, ormai, fossero fatti e l’unica possibilità rimasta quella di un accanimento terapeutico per ritardare, quanto più possibile, la morte dei propri territori, esortavano ad agire non in maniera disorganica o, ancor peggio, scomposta, ma con una progettualità profetica, con “un progetto strategico di lunga gittata che miri a privilegiare l’interesse comune, il quale solo può consentire il benessere di tutti, singole persone come enti locali”.

Nel giugno 2019, in questa ottica di coinvolgimento sui temi centrali dello sviluppo, si tenne il Primo Forum degli Amministratori Campani, con la relazione introduttiva del prof. Luigino Bruni. Il 25 giugno di quest’anno, i vescovi hanno incontrato al Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere una rinnovata attenzione ai territori storicamente più fragili, questione che non può continuare a restare marginalizzata nell’Agenda di Governo.

 

9 ottobre 2020

 

* i vescovi che incontreranno il Presidente Conte sono: Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento; Arturo Aiello, vescovo di Avellino; Domenico Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti; Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia; Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia; ad essi si unisce dom Riccardo Guariglia, abate di Montevergine.

 

La galleria fotografica dell’incontro

https://www.diocesisantangelo.it/i-vescovi-della-metropolia-beneventana-incontrano-il-presidente-giuseppe-conte/

Indicazioni per la Solennità di Tutti i Santi e Commemorazione dei defunti

Indicazioni per la Solennità di Tutti i Santi e Commemorazione dei defunti

 

In occasione della Solennità di Tutti i Santi e della Commemorazione dei defunti non sono consentite le celebrazione eucaristiche nei Cimiteri. Si tengano, nel rispetto delle normative oramai collaudate, nelle Chiese parrocchiali ricordando al popolo di Dio il valore dell’Eucaristia come massima forma della comunione dei Santi e di preghiera di suffragio per i defunti.
Rimangono invariate le condizioni per l’indulgenza plenaria applicabile solo ai defunti con particolare riferimento alla visita “di una chiesa e con la recita del Padre nostro e del Credo, nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, o, col consenso dell’Ordinario, nella domenica precedente o seguente o anche nella Solennità di Tutti i Santi”.

+ Pasquale Cascio, Arcivescovo

P.S.: A proposito dell’indulgenza alleghiamo il decreto della Penitenzieria  Apostolica

 


S.E. Mons. Pasquale Cascio

Messaggio inizio anno scolastico 2020-2021

Messaggio per l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021

 

Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

 

Sant’Angelo dei Lombardi, 23 settembre 2020

 

Pace a voi tutti,

carissimi ragazze e ragazzi, giovani, che state per iniziare la grande avventura del nuovo anno scolastico.

Stimati docenti, presidi, laboriosi collaboratori scolastici, anche a voi rivolgo il mio saluto all’inizio di questo anno. In modo particolare includo nel saluto augurale anche le famiglie, le famiglie dei nostri ragazzi, dei nostri giovani, che in questo momento allargano la loro familiarità alla scuola. E la scuola si apre ad accogliere i ragazzi, le ragazze, i giovani, le giovani, insieme alle ansie e alla collaborazione delle famiglie.

Non parliamo soltanto del rapporto scuola-famiglia, parliamo e speriamo di creare un’unica famiglia, che si qualifica con l’aggettivo scolastica, ma che porta con sé l’ansia, la preoccupazione e la gioia di essere, insieme, comunità educante ed educativa.

Cari ragazzi, carissimi giovani, cosa dico a voi? Sta per iniziare questo anno diverso. Dico innanzitutto che il rispetto rigoroso delle regole che troverete, già le conoscete, per vivere la scuola in presenza, sono una palestra. Una palestra perché insieme impariamo – imparate – a preoccuparci dell’altro. Sì, queste regole servono a creare la sana preoccupazione per il bene degli amici, dei fratelli, dei genitori, dei nonni a casa. È tempo prezioso per imparare a preoccuparci degli altri.

È, ancora, una palestra perché il rispetto di queste regole rende quella scolastica una comunità che vive nella società civile e collabora al bene della società civile. Una scuola, che vive questo tempo nel rispetto delle regole, conservando il più possibile la salute dei suoi membri, è un contributo unico alla salute e al buon andamento della vita sociale e civile.

Ma in ultimo, cari amici, è una palestra perché ognuno di voi – ognuno di noi – si tempra, si rafforza nel carattere, nella determinazione, perché la persona ha bisogno di temprarsi per non lasciarsi andare alla casualità dei gesti e delle azioni.

No, cari ragazzi, cari giovani, non lasciate nulla al caso, ma ogni vostro gesto segua sempre una riflessione, una convinzione e abbia uno scopo definito.

Certo, siamo stretti tra due posizioni, tra quella che è stata chiamata la DAD (didattica a distanza), la fatica della DAD, e dall’altra parte la paura della didattica in presenza. Fatica e paura, possiamo iniziare l’anno scolastico così, pensando alla fatica della DAD e alla paura della didattica in presenza? No. Mettiamo in secondo piano questa e fatica e questa paura e iniziamo con un senso di gioia perché vi ritrovate insieme, perché – mi metto anch’io – ci ritroviamo insieme. La DAD è per ritrovarsi insieme, la presenza è gioire dello stare insieme. È più facile gioire, è più facile incontrarsi, è più facile trovare motivazioni belle per l’apprendimento nel guardare in faccia i propri insegnanti, nel guardarsi e scherzare, anche gioire e constatare la crescita dei compagni, degli amici, delle amiche, una crescita culturale, ma anche una crescita fisica. Voi non ve ne accorgete, ma in questi anni crescete anche fisicamente e vi ritrovate uguali e diversi in una nuova bellezza, la bellezza dell’adolescenza, la bellezza della giovinezza. Tutto questo si gode ritrovandosi insieme.

Allora, carissimi amici tutti, vi do una parola di incoraggiamento e di speranza: riusciremo comunque a essere una comunità educante ed educativa, che diventa tale anche all’interno della società civile. È educante ed educativa per se stessa, per la comunità, e tutti, dai ragazzi al personale di collaborazione, contribuiscono a formare questa comunità.

La società vi guarda, sì tutti vi guardiamo perché cerchiamo di darvi tanto, ma siamo sicuri di ricevere molto di più dalla vostra vita scolastica, dalla vostra gioiosa, giovanile vita scolastica. Voi siete il cuore pulsante speranza per il nostro Paese.

Buon anno scolastico e Dio vi benedica!

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie


I viaggi del cuore: la prossima domenica le immagini dell’Irpinia

Domenica 20 settembre alle 9:00 su Rete4 andrà in onda la seconda puntata di “I viaggi del cuore”, la trasmissione di cultura religiosa condotta da don Davide Banzato, assistente spirituale della comunità Nuovi Orizzonti.

Il viaggio intrapreso la scorsa domenica a Loreto proseguirà in Irpinia, terra colpita drammaticamente quarant’anni fa dal terremoto, porterà i telespettatori sulle orme di grandi santi e di tradizioni suggestive che attraggono fedeli e turisti da tutta la Campania e uniscono i cuori di molti connazionali all’estero, legati da profondi sentimenti con la propria terra di origine.

Nel mese di luglio le riprese hanno interessato alcune zone della nostra diocesi, tra cui il santuario del Santissimo Salvatore in Montella e l’Abbazia del Goleto, dove don Davide ha intervistato il nostro Arcivescovo Pasquale Cascio.

Don Davide e l’intera troupe sono stati accompagnati nei giorni trascorsi in Irpinia da don Andrea Ciriello, amico della comunità Nuovi Orizzonti.

 

 

 

https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/iviaggidelcuore/puntata-del-20-settembre_F310602301000201